Un bacino aurifero pressoché esaurito
Storie di circoli che esplodono in notorietà e formazione agonistica e storie di circoli che languono o lentamente si avvitano sui loro ricordi. Storie dissimili che certamente non mancano nel panorama tennistico, così come in altri sport. Quasi sempre l'inaridimento della fonte che sgorga campioncini e il ridimensionamento dell'immagine del circolo, viaggiano di pari passo con la perdita di buoni maestri e di validi dirigenti. Insegnanti indispensabili per le giovani leve i primi, economisti avveduti ed aperti alla linfa giovanile i secondi. Una recente analisi con un collega della carta stampata su ascese e repentine discese di una manciata di circoli del Nordest (ma il fenomeno non conosce confini), mi ha fatto riandare ai miei appunti estivi, vergati dopo uno scambio di idee con un ex tennista di altissimo livello. Ecco per sommi capi il senso del confronto.
Incontro Goran Ivanisevic nell'accogliente Hotel Sol Garden Istra di Umago, dove nel mese di luglio vengono ospitati i giocatori dell'Atp World Tour 250. L'eclettico Goran, idolatrato dai suoi connazionali, é attualmente coach del vincitore dell'US Open, Marin Cilic, riveste un ventaglio d'incarichi nell'importante evento croato: opinionista sul daily news locale, linking leader dei professionisti, alla bisogna fine palleggiatore dei giocatori, uomo immagine per stampa e televisione, personaggio braccato dai fan per la selfie mania. Un uomo disponibile, affabile, ben diverso dal “Cavallo Pazzo” fuori e dentro il campo dei suoi tempi d'oro tennistici, come lo dimostra anche il suo ruolo di testimone nella seria fondazione “Help Children in Need”.
L'argomento che intavolo, con l'ex trionfatore di Wimbledon 2001 e numero due del mondo, lo invita a scavare nella memoria fin dentro la sua città natale: la dalmata Spalato e in particolare al quartiere cittadino di Firule dove da bambino colpiva le prime palline. Con lui ripercorro i grandi nomi del tennis mondiale, forgiati nel modesto circolo del quartiere cittadino, dove tecnici fenomenali reclutavano e formavano le giovani leve, il Tk Split. Pochi campi in terra rossa, strutture essenziali, ragazzi con il sacro fuoco del tennis, seguiti da abili ed appassionati istruttori, votati al sacrificio e senza orario di lavoro. Apre la lista dei famosissimi tennisti Nikola Pilic, giocatore assurto a numero a numero 6 del mondo e primo capitano di Coppa Davis per due diverse nazioni, Germania e Croazia, consulente Davis per la Serbia, finalista al Roland Garros contro il fantasioso romeno Ilie Nastase, fondatore di una delle prime Academy in terra tedesca. Sorte analoga a quella di Zeljko Franulovic, superato in finale, nello stesso Slam francese, dal forte boemo Jan Kodes. Franulovic. Capitano di Coppa Davis e giocatore con 59 presenze nella rappresentativa jugoslava, può esibire un ranking da numero 8 Atp e oggi, dimostrando una notevole duttilità, figura come apprezzato dirigente di eventi tennistici internazionali. Dalla stessa magica zona discende il clan degli Ancic, dei coniugi Stipe e Nilda, genitori dei talentuosi figli Ivica e Sonia (vincitrice anche del torneo Itf di Grado nel 2006, il suo anno d'oro da 18enne) e dell'altro figlio Mario, numero 7 Atp e trionfatore di Coppa Davis a Bratislava a fianco di Ivan Ljubicic. Oggi, il 31enne Mario Ancic, é un emergente avvocato in possesso di master realizzato alla prestigiosa Columbia Law School di New York. Professione legale intrapresa dopo il forzato abbandono dal tennis per infortuni ed in particolare per lo sfiancante attacco di mononucleosi.
In campo femminile con la stessa matrice di Firule, è da menzionare Jelena Kostanic ex 37 Wta, grande doppista e vincitrice nel 2001 anche del 25mila di Fontanafredda. Ritornando ad Ivanisevic, avviato al tennis dal padre e poi passato alle valide cure degli allenatori del Tk Split, “Mister Ace” si rammarica che un bacino aurifero cosi prolifico, una fucina di campioni di livello planetario sia da tempo in stand-by e ritiene che unicamente la passione e l'abilità dei tecnici del posto possa riaccendere la fiamma produttiva che genera campioni.
In realtà, la situazione attuale è piuttosto complessa, i circoli del quartiere sono aumentati a quattro, ma le racchette anche con discreto ranking nazionale non abbondano, inoltre, la situazione economica del famoso sodalizio è un po' ballerina, incertezza di mezzi che rende ardua una rinascita agonistica di eccelso livello. Forse solo una cordata dei famosissimi figli di Firule potrebbe aprire un altro ciclo memorabile, immettendo aiuti concreti e nuova linfa motivazionale a tecnici e dirigenti.