Al Città di Gorizia ribalta per Pampanin e Zorzut

La vincitrice Anna Pampanin

Sembrava esultare Stefano Picech, presidente del circolo Aldo Zaccarelli, nel tirare le fila del torneo intitolato “Memorial Davide Culot”. La gara con il limite ai 3.1 aveva tenuto sotto la cappa agonistica 137 singolaristi con la presenza aggiuntiva di 40 donzelle e ritagliando un tabellone di doppio percorso da 18 coppie. Attivo lo staff organizzativo, nei crismi la direzione di gara e, grazie ai circoli amici,  problemi di maltempo ovviati senza alcun trauma per i concorrenti. Come costatato dal numero uno Fit, Antonio De Benedittis, un buon andamento del torneo in sintonia con le attenzioni del nuovo direttivo, alla continua ricerca di miglioramenti, con particolare cura agli aspetti strutturali del club. Nella sfida conclusiva in rosa non ci sono traccie delle prime tre teste di serie.

La finalista Raffaella Fantina

Abbastanza prevedibile la presenza in finale della 24enne Anna Pampanin, giocatrice del Tct con ranking attuale 3.3 ma passato da 2.6, capace di sbarrare la strada alla prima del seeding, la compagna di circolo Camilla Franzin. Desta molta ammirazione l'antagonista rivale Raffaella Fantina, 3.3 della Polisportiva Mari e Monti, mamma realizzata che di primavere ne snocciola “qualcuna” in più. Abile e decisa nel creare il vuoto nella parte bassa del tabellone con destituzione della seconda forza della lista, la 3.1 Parente Sophie, under 14 portacolori della vicina società Campagnuzza. La fluidità dei movimenti, l'intraprendenza nel palleggio e la precisione negli affondi della Pampanin (nella vita in corsa per l'avvocatura) imbrigliano i generosi tentativi di percussione della Fantina, meno dinamica negli spostamenti e spesso incapace di controllare le traiettorie del vacillante rovescio, fonte di ripetuti svarioni e una delle cause dell'affermazione della più giovane contendente per 6-2 6-1.

Il vincitore Bor Zorzut

Il finalista Alessandro Bernardini

E' grande l'attesa per lo scontro clou tra Bor Zorzut e Alessandro Bernardini, combattenti consolidati e collezionisti di allori regionali. Il primo, nel turno di semi, aveva infranto i sogni del più accreditato Brandon Loglio, il secondo aveva raffreddato, in tre duri tempi, la corsa tumultuosa del sorprendente neo ingegnere civile Matteo Zorzin, rientrante agonista decollato dal giardino dei quarta categoria. Le aspettative del pubblico non vengono deluse, i due contendenti danno vita ad un match di grande spessore atletico e straripante di solidità mentale. Raramente il punto é frutto di scambi compassati o di errori banali. La continua potenza di fuoco dei due si abbatte sulle loro agguerrite postazioni difensive con recuperi esasperati che rendono ogni quindici una sudata conquista. Il gioco arioso e la duttilità tecnica di Bernardini si scontrano con la concretezza dello sloveno che sbuffa, arranca, ma sgambando mantiene inalterata la pressione e con il suo gioco di consunzione porta a casa il primo set per 6-4. Nel secondo parziale Bernardini scivola subito  in picchiata, sembra piuttosto affaticato (poco prima in tandem con Alessandro Alia aveva ghermito la coppa del doppio) al punto da trovarsi, sul punteggio di 1-5, ad un passo dall'estromissione. Ed é in questo pericoloso frangente che il 47enne tecnico tira fuori tutta la fermezza di cui dispone: colpi puliti e penetranti gli consentono una messe  di vincenti che lo rimbalzano fino al punteggio di 6 pari, tra il pubblico in visibilio. Nel tie-break purtroppo per lui c'é la resa dei conti. Un paio di buone iniziative consentono allo sloveno di Plava, che lotta con le unghie e con i denti, di chiudere la contesa per 7-3, sigillando un incontro dal grande vortice di emozioni. 

Premiati ed autorita’