Grujic e Bidan illuminano le finali triestine
La carovana di Tennis Europa dei dodicenni pianta la tenda per la 17a volta un Padriciano sui campi del Tennis Club Triestino per l'importante tappa italiana, concepita e realizzata dal compianto presidente Claudio Giorgi. Se qualcuno ha avuto qualche possibilità di successo, osservando i due principali draw di singolare del torneo combinato. Seguendo gli abbinamenti lineari concordati tra l'arbitro Francesco Bardi e il direttore del torneo, l'attivo Gabrio Azzopardo, il primo turno che metteva, esattamente, di fronte a racchette italiane con racchette straniere, già si bloccava su un "alleggerimento" di maglie azzurre, nell 'ordine del 66%, ovvero 11 italiani vincenti sui 32 al nastro di partenza. Con un racconto non è una meraviglia che i tabelloni proiettino in semifinale sono più di quattro continenti, senza il coinvolgimento agonistico della lingua di Dante. La progressiva falcidia si trova nel livello dei migliori protagonisti, a partire dalle semi conquistate da sconti concorrenti, salite impervie per i nostri colori.
Il libanese Fadi Biden affronta l'austriaco di Johannesburg, Joel Schwaerzler, giocatore in formazione presso l'organizzazione accademia di Dornbirn, ai confini con la Svizzera. Un duello piuttosto raro tra due mancini che finiscono per pareggiare i conclamati benefici di una maggior reattività. Finisce 6-2 6-2 per l'astuto leprotto di Beirut un consuntivo di un match dove non sono mancati colpi spettacolari e recuperi atletici da parte di entrambi. Non mancano grinta e potenza al messicano Diego Vega, giustiziere in precedenza di tre italiani, nello scontro con il coreano Jung Hun Seo. Grazie per l'allenamento nella Corea del Sud, con il suo imperversare sulle diagonali strette, manda fuori fase il ragazzo di Vera Cruz, imprigionato per 6-4 6-3.
Tra le ragazzine si fa avanti la giocatrice di Novi Sad, Jovana Grujic, numero uno della Serbia, da qualche mese in munifico training nell'accademia svizzera dell'ex pro JC Scherren. L'affronta Hayu Kinoshita, scricciolo giapponese dalla mano educata e dal moto perpetuo. Troppo poco per resistere all'incessante pressione della slava che riesce a destabilizzarla con palle molto arcuate e profonde, fino ad inchiodarla per 7-5 6-2.
La coreana Onyu Choi ricorre una pazienza e resistenza per ammansire le bordate nervose della russa Ekaterina Ivanova. La biondina moscovita, sempre in spinta, si crolla in misura e fiducia davanti alle sfibranti interdizioni della giocatrice di seul, in grado di ribaltare l'andamento iniziale e di prenotare la passerella clou con lo score di 6-7 6-2 6-2 . Finale finale sul cuore del circolo tra due fondisti fisicamente ben preparati che non disdegnano candelotti senza peso e recuperi a tutto campo in attesa di abbassare il puntamento e scaricare il dritto piatto. La Grujic appare più reattiva nel muovere un dovere le lunghe leve e tecnicamente si mostra più padrona nella gestione degli scambi, favorita anche della profonda crisi della rivalità nei suoi turni di servizio: un fardello pesante di ben 13 doppi falli e lo scoramento di una finale smarrita in picchiata di resa per 7-5 6-1.
Sul versante maschile scambi molto applauditi tra il coreano seo e il mancino libanese Bidan, come in versione fantasia a getto continuo. Smorzate piumate, schiaffi al volo in avanzamento, ricerca delle angolazioni e ricami di manovrabilità a lambire le righe, avviluppano il tennis schematico del combattimento numero uno della Corea, costretto a cedere per 6-3 6-2. Un repertorio, quello di Fedi, e una condotta mentale già interessante che si farà arricchire con il potenziamento del fisico, come prevede il padre Peter il suo insegnante di tennis dall'età di due anni. Padre libanese e madre siriana, paese materno dove è nato il vincitore e vincitore ha mosso i primi passi tennistici per finire in un un mese drammatico ping-ping di paesi con relativa fuga della famiglia dalle bombe, fino all'approdo di Beirut dove risiede e si allena.
Per il gonfalone nazionale, fuori dalla mischia di valore gli attesi azzurrini Vittoria Paganetti e Sebastiano Cocola, consoliamoci con il doppio vinto da Lorenzo Carboni e Guglielmo Verdesi sul duo austro-coreano Schwaerzler / Seo al termine di una gara intensa che ha richiesto la coda del terzo parziale.
Roberto Dipiazza e il delegato provinciale Fit, Pietro Geremia, tutti gli ospiti graditi del presidente Francesco Franzin che non manca d'elogiare, i verdissimi giocatori, l'arbitro Massimo Calcagno ed i collaboratori collaboratori del club, artefici indispensabili del riuscito evento.
Iovana Grujic in azione
Fedi Bidan
Premiazioni con il sindaco di Trieste, dirigenti FIT e del TCT e il referee