Grado attesta il rilancio della Sramkova

Il torneo femminile Itf “Città di Grado” da 25mila dollari, mette in archivio la 22a edizione, marciando imperterrito contro le ripetute bizze del tempo atmosferico e scalando un ulteriore gradino di continuità, difficilmente, riscontrabile nel panorama tennistico nazionale. Merito della rodata organizzazione e della credibilità che l'equipe direttiva ed operativa, corredata da corrette pianificazioni, hanno saputo ritagliarsi tra gli indispensabili enti pubblici e le sponsorizzazioni private. Non basta la pioggia della finale, puntuale dopo l'esecuzione degli inni, per disperdere il paziente pubblico che dopo un ora e mezza di sosta può, per lunghi tratti, ammirare il gioco aperto della romena Jaqueline Adina Cristian (ascendenti francesi) e della slovacca Rebecca Sramkova.

La prima, alla vigilia del 21esimo anno d'età, alla ricerca di quel deciso salto di qualità che la nomea di reginetta under 16 europea le é stata preconizzava dai tecnici, la seconda, nel pieno delle sue 22 primavere, alla caccia di un ranking da top 100 che i seri problemi lombari le hanno inibito di ripetere i picchi di rendimento di due stagioni or sono. La giovane giocatrice di Bucarest abbatte in tre set di semifinale le speranze di Cristiana Ferrando con una cura puntigliosa nelle angolazioni e nelle smorzate, mandando fuori fase la combattiva ligure, capace, in precedenza, di eliminare due concorrenti pericolose come la colombiana Maria Osorio Serrano e la prima della lista la Montenegrina Danka Koviniv. Mentre sotto il peso della racchetta di Bratislava cadono le azzurre Deborah Chiesa ed in semi l'attesa laziale Martina Di Giuseppe. Purtroppo, il sentiero agonistico della Sramkova sembra voler percorrere un periodico “accanimento tricolore”, visto il suo trionfante esordio in Fed Cup da ventenne con la rappresentativa slovacca, in quel di Forlì nel febbraio 2017, dove tarpava le ali al gioco sia di Sara Errani e sia di Francesca Schiavone, ponendo fine all'inimitabile ciclo in rosa e schiudendo ai nostri colori la porta verso la serie C. Al momento clou due giocatrici in possesso di un servizio dal peso equivalente, scioltezza nei movimenti orizzontali, traiettorie e costruzioni del punto dirette e senza fronzoli, grandi scambi sulla diagonale del rovescio, intervallate da qualche drop shot, rare le palle affettate, usate prevalentemente in chop e solo come emergenza nelle fasi di recupero. Appare un po' più vario e tecnico il repertorio della lieve romena e più a briglia sciolta quello della solida rivale che alterna fendenti spettacolari di dritto a qualche ingenuo gratuito. In sostanza, un primo parziale serrato e paritetico con inevitabile coda al tie-break dove la Cristian disunisce la compostezza dello scambio e lascia prendere il largo all'avversaria segnandosi solo tre game. Ma le prime avvisaglie di una ridotta opposizione già si avvertono negli ultimi scambi del primo set per le ripetute flessioni con estensione che la romena effettua prima dei turni di servizio. La sensazione dello squilibrio fisico prende forma nel secondo tempo dove, sul 2-1 con cessione del break, chiama il fisioterapista e cerca stoicamente di provare almeno per un altro game. Ma la contrattura alla schiena non le lascia alternativa e deve chiudere la sua avventura, comunque positiva, sulla terra rossa del Tc Grado con il referto a favore della rivale di 7-6 (3) 3-1. Per la Smarkova un'ulteriore tacca per ritrovare la verve e veleggiare verso posizioni di ranking più consone al suo recente passato, sempre riesca a coniugare le incessanti bordate con l'attenta costruzione del punto, come attuato nelle due prove più importanti in terra di Francia da 60 e 100 mila dollari.

Rebecca Sramkova

Cristiana Ferrando

Martina Di Giuseppe

Jaqualine Cristian