Al Tc Ronchi l'ascesa dei talenti

Tre anni fa stringeva le mani ad un estasiato Lucio Baradel che si complimentava per la sue vittorie nella tappa di qualificazione a squadre di Tennis Europe under 14. Per quanto il presidente del circolo ronchese fosse rimasto impressionato dalle qualità tennistiche del ragazzo carrarese non poteva immaginare che nel giro di solo tre stagioni le stesse mani potessero stringere quelle di un ammirato Nole Djokovic e sopratutto quelle di Ivan Lendl, contestualmente alla consegna da parte della gloria morava, della coppa di Campione degli Australian Open junior. Una scalata trionfale realizzata in pochi mesi, quella del bravo toscano, passato da due successi propedeutici nel circuito degli under 18 alle imprese di grande caratura negli slam: i quarti raggiunti sull'erba di Wimbledon, la finale disputata nella Grande Mela e l'ebrezza del trionfo nel catino bollente di Melbourne.

Primo italiano a sollevare il prestigioso trofeo nella versione junior sul suolo australiano. Partito come testa di serie ha sconfitto la tensione che avvolge il favorito del main draw ed é arrivato all'incontro clou, battendo in semifinale l'amico e compagno di doppio, il laziale Giulio Zeppieri, per altro autore di una decisa galoppata nel tabellone. Nella finale contro il picchiatore stelle strisce, Emilio Nava, ha saputo attingere alle sue doti tecniche per cercare di non dare puntuali riferimenti al potente rivale, dimostrando nell'altalenante tie-break del terzo parziale, doti non comuni di “self control” e di coraggio.

Proprio quelle abilità che il suo storico coach, Simone Tartarini, cercava di ricordargli dalla tribunetta di Wimbledon nel terzo tempo per lui fatale nei quarti. Il “quasi” 17enne sembra aver consolidato alcuni indispensabili pregi agonistici grazie alle cure costanti del suo coach, alle intense sessioni di allenamento nel complesso federale di Tirrenia (a proposito, davvero salutare la nutrita spedizione a Down Under, guidata dall'uomo Fit Giancarlo Palumbo) ed alle sporadiche visite di confronto nell'accademia francese di Patrick Mouratoglou. Altro non trascurabile vantaggio l'appoggio di una famiglia unita, seria, non ingombrante che dispensa quella serenità, capace di ammorbidire le inevitabili tensioni conseguenti all'agonismo di livello.

Ancora un altro talento azzurro in costante ascesa, anch'egli visto in azione sul sintetico di Ronchi nella puntuale competizione a squadre. Due anni fa emergeva nettamente nel lotto dei giocatori presenti il pesarese Luca Nardi (da ricordare nella stessa gara di qualificazione europea il fattivo contributo del pordenonese Alessio Tramontin). Nardi, in terra isontina, arrivava fresco reduce dalla conquista sul suolo di Francia, del trofeo under 14 Petits As di Tarbes, da molto addetti considerata prova di singolare di assoluto vertice planetario. La sua superiorità nella stessa categoria gli spalancava lo scudetto tricolore e, con la vittoria al Master di Tennis Europe, anche la prima posizione nel ranking continentale. Attualmente il marchigiano alla verde età di 15 anni e 7 mesi, vanta la posizione n. 119 nella classifica mondiale degli under 18 ed il primato di precocità per il punto già incamerato nella classifica dei giocatori Pro. Staff di sostegno, ambiente famigliare e circolo d'appartenenza, nonché l'appoggio visibile della federazione mutuano le caratteristiche positive del suo collega carrarese di un anno più vecchio.

Anche se per entrambi non si possono sottoscrivere luminose carriere tra i professionisti, vanno, comunque, lodati per il loro luccicante mattino tennistico internazionale. In queste righe solo due citazioni, riguardanti recenti profili azzurri d'eccellenza. Ma la ruota che introduce giovani talenti, italiani e stranieri, non conosce immobilità. Così, al momento attuale, le occasioni ghiotte per vederla mulinare vertono sul circolo di Ronchi dei Legionari, dove stanno catapultandosi otto agguerrite compagini europee.

Lorenzo Musetti in azione a Wimbledon 2018

Luca Nardi